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Ter Historic: Costa Azzurra amara

Fabrizio Handel, navigatore di Gabriele Rossi, ci ha scritto il diario del loro Rally di Antibes. Gara sfortunata ma passo ulteriore nella loro crescita sportiva

DAY1 / 9 maggio 2024 – Shakedown e cerimonia di partenza. Archiviati due giorni particolarmente impegnativi con le ricognizioni, qui in Francia sono consentiti due passaggi per ogni prova speciale con gps a bordo (limite 80 km/h in speciale con riduzione a 30 nei centri abitati oltre che controlli in particolari settori del trasferimento, su richiesta delle autorità locali, e posso garantirvi che funzionano), ci godiamo una mattinata di tranquillità, ripensando alle emozioni vissute il giorno prima in cima al mitico Col de Turini, con pranzo nell’iconico bar ristorante che sembra più un museo sulla storia del Monte Carlo e non solo, in grado di farti vivere sensazioni indescrivibili. All’ora di pranzo iniziamo con lo shakedown e, grazie all’esperienza fatta in Spagna al Sierra Morena, partiamo con un ottimo ritmo, riuscendo a migliorare il nostro parziale, al termine della sessione, di oltre 1” a chilometro rispetto al 2023. La Sierra gira come un orologio svizzero, grazie alle cure di Assoclub Motorsport, e noi siamo in forma. Una corsa contro il tempo per presenziare alla conferenza stampa del TER Historic ed a quella ufficiale dell’evento, godendoci il lusso di essere tra gli invitati alla cerimonia di partenza ufficiale che anticipa i due giorni di gara vera.

DAY 2 / 10 maggio 2024 – Prima tappa. Un caldo sole ci accoglie per la prima tappa, quella di venerdì, e sui tredici chilometri e mezzo iniziali ci presentiamo con un buon quarto tempo assoluto e primo di classe, mettendoci in scia a Marc Valliccioni e Philip Giordanengo che, già dalla vigilia, sapevamo non essere alla nostra portata (basta guardare il loro curriculum per capire il livello). Con il nostro cambio a cinque marce e il turbo lag fatichiamo molto nello stretto, la Sierra non è facile da gestire ma siamo comunque soddisfatti dell’avvio. Sulla seconda speciale, “La Couillole” di oltre ventidue chilometri, partiamo aggressivi ma, su uno dei tornanti iniziali, il freno a mano non fa il suo dovere e ci giriamo. Gabriele innesta la prima e decide di passare per l’interno, convinto che ci fosse solo erba, ma un brusco impatto ci fa gelare il sangue nelle vene. Gli chiedo subito di “assaggiare” l’anteriore sinistra per capire se è tutto a posto, ma sentiamo uno sfregamento con il suolo che non riusciamo a capire, pensiamo sia il paraurti che tocca. La Sierra sembra ok e dopo qualche chilometro riprendiamo a spingere, confermandoci quarti nell’assoluta ed al comando della nostra categoria, oltre che terzi di raggruppamento. Nel trasferimento verso l’ultima speciale di giornata, quasi ventiquattro chilometri, ci accorgiamo che la slitta è letteralmente piegata e quel rumore che sentivamo è proprio lei che striscia sull’asfalto. Una telefonata con i ragazzi dell’assistenza e partiamo a tutta, chiudendo la tappa con un ritardo di soli 5”1 dalla Triumph TR7 V8 di Philippe Fertoret. La voglia di puntare al terzo è tanta. Nell’ultima service area, prima di andare in parco chiuso, Manuel e Biagio si superano ulteriormente ma non c’è nulla da fare, la slitta è irrecuperabile perchè si è tranciato di netto il suo supporto e si è pure piegato in parte il telaio dove si agganciava. Con un po’ di amarezza, ma con l’aiuto di un percorso che non prevedeva grossi tagli, torniamo verso Antibes.

DAY3 / 11 maggio 2024 – Seconda tappa. Ci credevamo davvero e, nonostante i primi due fossero imprendibili per noi, avevamo messo nel mirino Fertoret e la sua Triumph, vettura indubbiamente più adatta della nostra a queste strade. Sullo stretto della prima speciale di giornata fatichiamo, rischiando anche di “baciare” un muretto per un pedale del freno che si allunga un pochettino e per gomme non ancora in temperatura (in Francia si può indossare il casco e tutto il resto solo a poche centinaia di metri dal controllo orario quindi la gestione delle temperature delle coperture è ben diversa da quanto accade in Italia) ma confermiamo il nostro quarto assoluto, pur perdendo qualcosa da Fertoret. Arriviamo al Col de Turini e, su una speciale più congeniale a noi, spremiamo al massimo la Sierra. Tutto sembra filare per il verso giusto ma, una volta scollinato, ad inizio discesa il pedale del freno tende ad allungarsi di più, per un surriscaldamento dell’impianto scoperto a posteriori, e non ci accorgiamo del progressivo aumento delle temperature di acqua ed olio dai manometri. Arriviamo ad un paio di chilometri dal fine prova ed il motore della Sierra esala l’ultimo respiro. Il motivo? La toccata del primo giorno ha pizzicato un condotto dell’acqua del radiatore che ha lentamente fatto uscire tutto il liquido, lasciandoci a piedi sul più bello.

Considerazioni finali. Il Col de Turini è stato croce e delizia della nostra seconda partecipazione ad Antibes. Transitare in cima a quel tratto è qualcosa di magico perchè qui sono passati, passano e passeranno tutti i big della nostra specialità. Possiamo quasi definirla una mecca del rallysmo. Se guardiamo al bicchiere mezzo pieno esserci giocati il terzo assoluto, con due soli passaggi di ricognizione a velocità regolamentata (rispetto al 2023 sono state cambiate tutte le prove speciali, tranne due), ci ha fatto capire che abbiamo maturato un metodo di lavoro efficace nelle ricognizioni che ci permette di essere competitivi anche in zone che non conosciamo e questo è molto gratificante. Aver ricevuto tanti complimenti dai nostri avversari francesi e non solo è stato un ulteriore motivo di orgoglio, così come il ricevere tanti messaggi da casa, in particolare quelli dello “Zio” meglio noto come “Jimmy il Fenomeno” (al secolo Franco Cunico), ci hanno rincuorato. Correre all’estero è un’esperienza incredibile, si fanno molti più chilometri di speciale e ci si confronta con situazioni spesso inedite. Qui si cresce davvero tanto e, anche se mi rode ancora il non aver potuto lottare per quel terzo assoluto, sono felice per la crescita di Gabriele in questi ultimi anni. È un peccato che il TER Historic non goda di un numero maggiore di iscritti perchè se li meriterebbe davvero. Luca Grilli e Gianluca Nataloni sono due angeli custodi, sempre pronti a risolvere qualsiasi problema abbia un concorrente iscritto alla serie. Grazie ad Assoclub Motorsport, nelle persone di Manuel e di Biagio, perchè hanno dimostrato anche questa volta quanto conti la professionalità quando serve davvero. Grazie al Team Bassano ed a tutti i nostri partners per averci permesso di scrivere un altro capitolo di una storia, quella di Gabriele e mia, che ricorderemo a lungo in futuro, seduti al tavolino di un bar quando andremo in pensione sportiva.

(immagine PixLaB – Pierrick Le Breton)