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Porsche 904: emblema di efficienza aerodinamica

Porsche 904

Nonostante i successi, l’epoca delle Porsche 356 e derivate stava giungendo al termine, sia a livello commerciale che sportivo. Anche il famoso motore boxer a 4 cilindri, incluso il complesso modello “Fuhrmann” Tipo 587/3 con distribuzione bialbero, stava diventando obsoleto. Così, “Butzi” s’inventa la 904…

La Porsche Carrera GTS Tipo 904, conosciuta ufficialmente con questo nome, rappresenta un’icona di efficienza aerodinamica nel panorama automobilistico. Prodotta dalla Porsche in Germania nel 1964 e nel 1965, questa coupé era omologata per la circolazione su strada. Dunque, non solo sulle piste per lei. L’auto venne utilizzata dal team ufficiale nel Campionato del mondo di auto sportive dal 1964 al 1966. Inoltre, numerosi team privati ​​gareggiarono con la Porsche 904 in queste serie internazionali così come nei campionati nazionali, come il Campionato automobilistico tedesco, in particolare nel Classe GT da 2 litri.

La Porsche 904 ottenne un successo significativo, vincendo la categoria GT da 2 litri nel Campionato del mondo costruttori nel 1964 e 1965, e vinse anche la classe prototipi nel 1964. Disegnata da Ferdinand Alexander Porsche, noto come “Butzi” e figlio di Ferry Porsche, questa vettura è stata progettata con l’obiettivo di dominare la popolare categoria GT-2000. La Carrera GTS 904 è stata concepita per essere una macchina da corsa, ma anche targata e perfetta per i piloti privati, non solo per i team ufficiali.

All’inizio degli anni Sessanta, Porsche aveva già consolidato una robusta reputazione come marchio dominante nelle competizioni, soprattutto nelle categorie di cilindrata piccola e media. I modelli 356, 550 Spyder, 718 RSK e RS60-61 avevano conquistato vittorie importanti in gare leggendarie come la Mille Miglia, la Carrera Panamericana, la Targa Florio e numerose competizioni in salita. Solo nel 1962, nonostante fosse un periodo di declino, i piloti alla guida delle Porsche vinsero centinaia di gare di classe e assolute, oltre a diversi campionati nazionali in tutto il mondo, con una particolare enfasi nel Nord America.

Nonostante i successi, l’epoca delle Porsche 356 e derivate stava giungendo al termine, sia a livello commerciale che sportivo. Anche il famoso motore boxer a 4 cilindri, incluso il complesso modello “Fuhrmann” Tipo 587/3 con distribuzione bialbero, stava diventando obsoleto. Nel frattempo, nuove rivali come l’Alfa Romeo Giulia TZ e la Simca Abarth stavano emergendo, rendendo il panorama delle competizioni sempre più competitivo.

Agli albori degli anni Sessanta, la classe di cilindrata 2000 era la più ambita, sia per il prestigio sportivo che per l’importanza commerciale. La Porsche si trovava in una posizione di predominio, dimostrata dal debutto nel 1963 del modello 911, dotato di un motore boxer da due litri. Tuttavia, mantenere questa posizione richiedeva uno sforzo continuo, considerando anche la crescente minaccia della Ferrari con le sue potenti vetture sportive da 3 litri e le future Dino 2000, nonché delle competitive Abarth-Simca e Alfa Romeo TZ.

Le vittorie nelle competizioni influenzavano direttamente le vendite e, nonostante la Porsche non avesse rivali in questo senso, era cruciale non abbassare mai la guardia. Inoltre, il regolamento sportivo del 1964 prevedeva l’eliminazione della classe GT-1.6, rendendo la cilindrata 2000 ancora più rilevante nelle gare.

La casa di Zuffenhausen aveva affrontato anche il fallimento del programma di Formula 1 con il motore a 8 cilindri montato sulla monoposto 804, che non riusciva a competere in affidabilità e potenza con il vecchio 4 cilindri delle 718 e 787. Dopo un’attenta analisi, Ferry Porsche, padre di “Butzi”, decise che lo sviluppo del boxer a 8 cilindri non valeva l’investimento. Pertanto, l’attenzione si spostò sulle gare a ruote coperte e sulla produzione.

Ferdinand Alexander Porsche fu incaricato anche della gestione del progetto della vettura stradale che avrebbe sostituito la 356, portando alla nascita della 901-911, presentata nel 1963. Quell’anno, alla Targa Florio, la 718 RS61 coupé di Bonnier-Abate vinse la classifica assoluta, mentre la 356B 2000 GS-GT di Barth-Linge salì sul terzo gradino del podio.

Parallelamente, era quasi pronta la nuova Carrera GTS, conosciuta anche come 904, sulla quale si sperava di montare il nuovo motore a 6 cilindri della 901. La 904 rappresentava una nuova era per la Porsche, combinando innovazione tecnica con un design aerodinamico impeccabile, pronta a conquistare le competizioni e a mantenere alta la bandiera di Porsche nel mondo delle corse.

Lo sviluppo della nuova Porsche

Nel 1963, a soli 28 anni, “Butzi”, procede nella creazione di questa nuova GT-2000. Seguendo la regola cardine della Casa di uno sviluppo progressivo, senza stravolgimenti rispetto a quanto realizzato fino a quel momento, “Butzi” introduce però una significativa innovazione con la carrozzeria in plastica e un nuovo procedimento costruttivo.

La scelta di adottare una carrozzeria in plastica, una novità assoluta per Porsche, nasce dalla necessità di abbandonare il costoso telaio in tubi di alluminio in favore di uno a longheroni e traverse in lamierati d’acciaio, che deve essere altrettanto leggero ma più economico. Questo nuovo telaio, pur mantenendo la leggerezza del precedente, è costruito con lamiere molto sottili. La necessità di produrre rapidamente 100 esemplari per ottenere l’omologazione sportiva della classe GT ha spinto “Butzi” a optare per la vetroresina, un materiale che permette una lavorazione più veloce e meno costosa rispetto alla carrozzeria metallica.

Il nuovo telaio in acciaio, pur essendo leggero (54 kg), non era sufficientemente rigido da solo. La soluzione trovata da “Butzi” fu di fondere il telaio con la carrozzeria in vetroresina, creando una struttura scatolata “annegata” nell’impasto della resina rinforzata con fibre di vetro. Questo approccio ricorda il cemento armato, dove i materiali si rafforzano reciprocamente. Il risultato è una scocca portante leggera e rigida, con un peso complessivo della vettura di soli 650 kg.

La tecnologia per combinare acciaio e vetroresina non era nuova per Porsche, ma richiedeva competenze specifiche. La Heinkel, un’azienda aeronautica, fornì il know-how necessario per superare le difficoltà tecniche di questa innovativa costruzione automobilistica. Nonostante gli sforzi, la Carrera GTS 904 finì per pesare 650 kg, 100 kg in più rispetto ai calcoli iniziali, dovuti anche alla necessità di evitare punti deboli nella carrozzeria in vetroresina con una stesura uniforme e abbondante.

La Carrera GTS 904 montava ancora il motore a quattro cilindri bialbero progettato da Ernst Fuhrmann, famoso per la sua complessità costruttiva. Questo motore, con alberi a camme comandati da rinvii e coppie coniche, richiedeva una precisione estrema e un’accurata messa a punto, con circa 100 ore di manodopera necessarie solo per la regolazione.

Gli alberi a camme, comandati da una ruota dentata del volano, giravano alla metà della velocità dell’albero motore e trasportavano il lubrificante alle teste dei cilindri. Ulteriori alberi conici trasmettevano il moto agli alberi a camme che controllavano le valvole di aspirazione. Questo sofisticato sistema garantiva massima precisione e alti regimi di rotazione, ma richiedeva una manutenzione molto complessa.

Estetica e design di un gioiello

La Porsche 904, nata negli anni ’60, è un’auto che ha saputo coniugare bellezza estetica e funzionalità in modo straordinario. Disegnata con un’estetica da vera Gran Turismo (GT), la 904 si distingue per le sue linee fluide e un’aerodinamica altamente curata. La sezione frontale contenuta e le fiancate che sembrano voler accompagnare l’aria fino al posteriore rappresentano il segreto della sua efficienza aerodinamica. Questo è uno dei motivi per cui il tergicristallo, come racconta Paul Frère, risulta particolarmente efficace.

Oltre alle sue doti aerodinamiche, la 904 offre una relativa comodità per essere un’auto sportiva. L’abitacolo, seppur spartano, è progettato per accogliere due persone in modo decente. L’accesso al veicolo è reso più agevole grazie al design delle porte che si estendono parzialmente fino al tetto della vettura. Una delle caratteristiche più interessanti per il pilota è la possibilità di regolare la posizione di guida. Il volante e la pedaliera possono essere adattati alla distanza desiderata dal sedile, che è fisso e disponibile in varie taglie per garantire una vestibilità perfetta.

Un’altra soluzione intelligente di sicurezza adottata dalla 904 riguarda il cofano motore. Quando questo è aperto, dai montanti delle porte fuoriescono due piccoli spinotti che impediscono di chiudere le porte stesse, evitando così di partire con il cofano aperto. Questa caratteristica dimostra l’attenzione ai dettagli e la cura per la sicurezza che caratterizza il progetto della 904.

Ferdinand Alexander Porsche è giustamente orgoglioso del suo lavoro sulla 904. In soli sei mesi, partendo da un foglio bianco, è riuscito a dare vita a un’auto che non si discosta minimamente dalla sua idea originaria. Questo rapido sviluppo è stato possibile grazie alla qualità dei tecnici dell’ufficio di progettazione da lui diretto e alla filosofia progettuale di Porsche del “passo dopo passo”. Questo approccio prevede l’utilizzo, laddove possibile, di elementi già presenti nella produzione passata, permettendo così un’efficienza esecutiva notevole.

La Porsche 904 rappresenta quindi un perfetto esempio di come design, funzionalità e sicurezza possano essere armonizzati in un unico veicolo. Con la sua estetica accattivante e le soluzioni innovative, la 904 continua a essere un’icona nel mondo delle auto sportive, testimonianza dell’ingegno e della passione che caratterizzano il marchio Porsche.

Motore Porsche 904
Motore Porsche 904

Non solo aerodinamica la 904

La Porsche Carrera GTS Tipo 904 non è solo un capolavoro di ingegneria e design, ma anche una macchina dalle prestazioni straordinarie. Il motore di serie da due litri garantisce una potenza di 150 Cv a 6500 giri, che nella versione da competizione sale a 180 Cv a 7200 giri. Grazie all’efficienza aerodinamica della vettura, queste potenze si traducono in velocità massime impressionanti: 250 km/h per la versione stradale e oltre 260 km/h per quella da corsa. Come sulla 550 Spyder, il motore è montato in posizione posteriore centrale, con il cambio a sbalzo, contribuendo a un equilibrio e a una maneggevolezza eccezionali.

Il motore della Porsche 904 è un boxer a 4 cilindri da due litri, derivato dalla lunga esperienza di Porsche nelle competizioni. Questo propulsore, noto come Tipo 587/3, è stato progettato da Ernst Fuhrmann e ha segnato un significativo passo avanti rispetto ai motori precedenti. La versione di serie del motore eroga 150 CV a 6500 giri/min, mentre la versione da competizione raggiunge i 180 CV a 7200 giri/min. Queste potenze permettono alla 904 di raggiungere velocità massime di 250 km/h nella versione stradale e oltre 260 km/h nella versione da corsa .

Il motore Tipo 587/3 è rinomato per la sua complessità e sofisticazione. Utilizza un sistema di distribuzione con alberi a camme comandati da rinvii e coppie coniche, che garantiscono una precisione elevata e permettono di raggiungere alti regimi di rotazione. Questa configurazione prevede alberi a camme per le valvole di scarico e aspirazione, azionati da ruote dentate collegate all’albero motore. Tale design permette di mantenere una lubrificazione ottimale e una precisione di funzionamento superiore, anche se richiede una messa a punto complessa e laboriosa .

Il motore è montato in posizione posteriore centrale, una scelta che contribuisce a un’ottimale distribuzione del peso e a un eccellente bilanciamento della vettura. Questa configurazione, abbinata al cambio a sbalzo, consente una maneggevolezza e una stabilità eccezionali, caratteristiche cruciali per le prestazioni su pista della 904. La posizione centrale del motore riduce inoltre l’inerzia rotazionale, migliorando la risposta del veicolo nelle curve e nelle situazioni di guida più impegnative .

Nonostante la complessità del motore Tipo 587/3, la Porsche ha affrontato con successo le sfide tecniche grazie all’esperienza accumulata nelle competizioni e all’innovazione costante. La scelta di utilizzare una carrozzeria in vetroresina e un telaio in acciaio leggero ha permesso di mantenere il peso totale della vettura a soli 650 kg. Questa combinazione di leggerezza e potenza ha reso la 904 una delle vetture più competitive della sua epoca, capace di eccellere sia nelle gare su pista che nelle competizioni stradali .

Il successo del motore della 904 ha avuto un impatto duraturo sulla storia di Porsche. La 904 non solo ha dimostrato l’efficacia delle tecnologie avanzate implementate, ma ha anche consolidato la reputazione di Porsche come leader nell’innovazione automobilistica. Le lezioni apprese nello sviluppo e nella messa a punto del motore Tipo 587/3 hanno influenzato i progetti futuri, portando a ulteriori miglioramenti nelle prestazioni e nell’affidabilità delle vetture sportive Porsche.

Una vera auto da corsa

La sua progettazione ha tratto ispirazione dalla monoposto 804 di Formula 1, nonostante quest’ultima fosse stata dismessa da Ferry Porsche, padre del designer “Butzi” Porsche. La 804 aveva dimostrato le sue qualità progettuali con vittorie importanti nei Gran Premi di Francia e della Solitude, fornendo una base solida per la nuova 904.

Uno degli elementi ereditati dalla 804 sono le sofisticate sospensioni. La 904 utilizza bracci triangolari sovrapposti con molle elicoidali coassiali con gli ammortizzatori idraulici. Le sospensioni posteriori sono dotate di due bracci di reazione e due di spinta per lato, con molle e ammortizzatori esterni ai bracci, mentre quelle anteriori li hanno interni. Questa configurazione avanzata ha contribuito significativamente alle prestazioni eccezionali della vettura.

La Porsche 904 fu presentata alla stampa il 26 novembre 1963 sul circuito di Solitude, mentre la produzione era già avviata a pieno regime. Meno di due mesi dopo, i 100 esemplari necessari per l’omologazione erano pronti per la vendita a un prezzo di 29.700 marchi tedeschi, un costo elevato ma giustificato per un’auto da corsa di tale calibro. In Italia, il prezzo era di 4,2 milioni di lire, significativamente superiore ai 2,7 milioni di una Ferrari 250GTL. Tuttavia, i piloti privati non avevano dubbi sulla qualità della 904, e i successi in gara presto confermarono la loro fiducia.

Uno dei primi trionfi significativi della 904 fu alla Targa Florio, dove la vettura di serie, pilotata da Pucci e Davies, conquistò la vittoria, seguita da vicino dalla gemella di Balzarini e Linge. Alla 12 Ore di Sebring, la coppia Cunningham/Underwood raggiunse il 9° posto assoluto, primo tra i prototipi, segnando l’inizio di una serie di successi che avrebbero consolidato la reputazione della 904.

La 904 continuò a vincere in numerose competizioni internazionali, tra cui la 1000 Chilometri del Nürburgring, la 24 Ore di Le Mans, la 12 Ore di Reims e la Coppa Intereuropa a Monza, dove occupò i primi cinque posti. Altri successi arrivarono alla 500 Km di Bridgehampton, alla 3 Ore di Riverside e alla Nassau Speed Week. Grazie a queste vittorie, la Porsche si laureò campione del mondo Marche nella classe GT 2.0 nel 1964.

Nel 1965, la 904 dominò ancora la sua classe nel mondiale Marche e ottenne numerose vittorie assolute, specialmente nel campionato SCCA negli Stati Uniti e nelle gare in salita in Europa, come a Rossfeld con Gerhard Mitter. Dal 1964 al 1972, la 904 partecipò a 393 gare, ottenendo 92 vittorie assolute, 80 vittorie di classe e 201 podi.

Nonostante la breve carriera, la Porsche 904 ha lasciato un’eredità duratura. Sebbene il progetto di produrre altri 100 esemplari della 904-6 per l’omologazione nella classe GT-2000 non sia stato realizzato, i componenti delle sospensioni rimasero in uso per la successiva Carrera 6, preparata per nuove sfide con il motore della 911. La 904 è ricordata come una pietra miliare nella storia di Porsche, avendo avviato l’epopea dei Prototipi che avrebbe portato la casa tedesca a livelli di prestigio impensabili all’epoca. La Porsche 904 ha dunque cementato il suo posto nella leggenda delle corse automobilistiche, grazie alla combinazione di innovazione tecnica e successi in gara.

Porsche 904-6
Porsche 904/6

Evoluzioni della specie

La 904/6

Nel panorama automobilistico degli anni ’60, la Porsche si distinse per la sua costante innovazione e capacità di rispondere alle esigenze del mercato e delle competizioni. Un esempio lampante di questa evoluzione è rappresentato dalla transizione tra la Porsche 904 e la sua successore, la Porsche 906 “Carrera 6”.

Nel 1965, per soddisfare la crescente domanda di automobili sportive ad alte prestazioni, la Porsche produsse quaranta modelli della 904. Questa vettura, conosciuta anche come Porsche Carrera GTS, era caratterizzata da un design innovativo e da una grande attenzione alla performance. Alcuni di questi modelli presentavano una variante del motore flat-six della Porsche 911, un motore a sei cilindri contrapposti che garantiva potenza e affidabilità.

Tuttavia, la 904 non era esente da problemi. La sua carrozzeria in plastica di prima generazione, sebbene innovativa per l’epoca, presentava delle problematiche legate al peso e alla robustezza. Questi problemi stimolarono gli ingegneri della Porsche a cercare soluzioni più avanzate per i modelli successivi.

Nel 1966, venne alla luce la Porsche 906, meglio conosciuta come “Carrera 6”. Questo modello rappresentava un significativo passo avanti rispetto alla 904. La 906 fu sviluppata con un telaio spaziale tubolare, una struttura che non solo garantiva una maggiore rigidità ma contribuiva anche a ridurre il peso complessivo del veicolo. La carrozzeria, realizzata in fibra di vetro non sollecitata, era molto più leggera rispetto alla plastica utilizzata nella 904, migliorando significativamente le prestazioni dell’auto.

La combinazione di un telaio leggero e rigido con una carrozzeria ottimizzata permise alla 906 di ottenere risultati straordinari nelle competizioni. La “Carrera 6” si dimostrò una vettura estremamente competitiva, in grado di affrontare con successo le sfide dei circuiti più impegnativi.

La transizione dalla Porsche 904 alla 906 “Carrera 6” esemplifica l’impegno della Porsche nell’innovazione e nel miglioramento continuo. L’adozione di nuove tecnologie e materiali, come il telaio tubolare e la fibra di vetro, evidenzia la volontà dell’azienda di superare i limiti tecnici e di rispondere efficacemente alle esigenze del mercato e delle competizioni.

Questi modelli non solo rappresentano tappe fondamentali nella storia della Porsche, ma sono anche testimonianza del continuo sforzo dell’azienda verso l’eccellenza. La 904 e la 906 sono diventate icone del design automobilistico e simboli della passione per la velocità e la perfezione meccanica.

Porsche 904/8
Porsche 904/8

La 904/8

L’evoluzione delle auto da corsa Porsche negli anni ’60 non si limitava soltanto ai miglioramenti nella struttura e nel design, ma anche a notevoli innovazioni nei motori. Un esempio emblematico di questa ricerca incessante di potenza e affidabilità è rappresentato dall’adozione del motore Tipo 771, un motore a otto cilindri derivato dall’auto di Formula 1 Porsche 804 del 1962.

Il motore Tipo 771 era un motore piatto a otto cilindri con una cilindrata di 1.962 cc (119,7 cu in) e una potenza di 225 CV (168 kW). Questo motore era una versione migliorata del propulsore utilizzato nella Porsche 804, un’auto da corsa che partecipò al campionato di Formula 1 nel 1962.

Una delle caratteristiche distintive del Tipo 771 erano i carburatori Weber downdraft a gola da 42 mm (1,7 pollici). Questi carburatori permettevano una miscela aria-carburante ottimale, migliorando la combustione e quindi le prestazioni complessive del motore. Grazie a queste innovazioni, il Tipo 771 riusciva a fornire una potenza notevole, rendendo le auto da corsa Porsche altamente competitive nelle gare.

Nonostante le sue eccellenti prestazioni, il motore Tipo 771 non era privo di problemi. Uno dei principali inconvenienti riscontrati era la “disturbante abitudine” dei volani di esplodere. Questo problema non solo comprometteva la sicurezza dei piloti, ma causava anche danni significativi ai veicoli e poteva risultare in costose riparazioni e ritiri dalle gare.

Questo difetto meccanico era una conseguenza della complessità e delle alte sollecitazioni a cui il motore era sottoposto durante le competizioni. Gli ingegneri Porsche lavorarono intensamente per cercare di risolvere questo problema, esplorando diverse soluzioni per migliorare la resistenza e l’affidabilità dei volani. Nonostante queste difficoltà, il Tipo 771 rimase un componente chiave nelle auto da corsa Porsche, contribuendo ai successi dell’azienda nelle competizioni internazionali.

L’adozione del motore Tipo 771 nelle auto da corsa Porsche segnò un periodo di innovazione e progresso per l’azienda. Questo motore rappresentava un connubio perfetto di tecnologia avanzata e performance, nonostante le sfide tecniche. Le auto equipaggiate con il Tipo 771 furono in grado di competere ai massimi livelli, dimostrando la capacità della Porsche di innovare e adattarsi alle esigenze delle competizioni.

904 Bergspyder 

Nel 1965, per il Campionato Europeo della Montagna, Porsche introdusse un successore della celebre Porsche 718 RS 61 Spyder del 1964, con l’obiettivo di dominare le competizioni di cronoscalata. Questo nuovo modello, conosciuto come Porsche 904 Bergspyder, era basato sulla coupé 904/8 e rappresentava un’evoluzione significativa in termini di design e performance.

La 904 Bergspyder, nonostante derivasse dalla coupé 904/8, presentava diverse innovazioni strutturali. Gli sviluppatori ripresero il robusto telaio scatolato in acciaio dalla coupé, ma optarono per una carrozzeria aperta in plastica, notevolmente più leggera. Questo approccio risultò in un’auto che pesava circa 570 kg, ovvero 120 kg in meno rispetto alla coupé.

Visivamente, la 904 Bergspyder differiva notevolmente dalla coupé aerodinamica. Il design era più piatto e corto, specialmente nella parte anteriore, e l’assenza del tetto e del parabrezza lungo contribuivano a un look distintivo. Questa configurazione, sebbene non particolarmente esteticamente gradevole, era funzionale per le esigenze delle cronoscalate.

Durante la stagione del Campionato Europeo della Montagna del 1965, la carrozzeria della Bergspyder fu soggetta a numerose modifiche. Ad esempio, il parabrezza del modello numero 906 004 fu accorciato e appiattito per migliorare l’aerodinamica. Successivamente, l’auto ricevette una carrozzeria ulteriormente alleggerita e con una parte anteriore più arrotondata per ottimizzare le prestazioni.

In totale, furono prodotte solo cinque esemplari della 904 Bergspyder, di cui tre furono distrutte in incidenti. Nonostante le difficoltà, la Bergspyder si dimostrò competitiva, con Gerhard Mitter che la pilotò fino alla vittoria assoluta nella cronoscalata di Rossfeld nel 1965.

Il telaio e le sospensioni della Bergspyder furono ripresi quasi senza modifiche dalla 904 coupé. Tuttavia, il peso ridotto e le sospensioni non regolate rendevano l’auto difficile da guidare, richiedendo una grande abilità da parte dei piloti per mantenere il controllo nelle impegnative cronoscalate.

Il cuore della 904 Bergspyder era il motore boxer a otto cilindri da 2 litri raffreddato ad aria, lo stesso utilizzato nel Tipo 771. Questo motore, introdotto per la prima volta nel 1962 sulla Porsche 718 RS 61, era dotato di un sistema di iniezione Bosch per la preparazione della miscela e valvole azionate da due alberi a camme in testa con azionamento ad albero verticale. Con una potenza di 191 kW (260 CV) a 8.800 giri/min e un rapporto di compressione di 10,5:1, la Bergspyder era in grado di raggiungere una velocità massima di circa 260 km/h (161 mph).

La Porsche 904 Bergspyder dimostrò il suo valore nelle competizioni di cronoscalata del 1965, ma alla fine dell’anno, fu sostituita dalla Porsche 906 Montagna Spyder durante la cronoscalata di Ollon-Villars. Nonostante la breve carriera, la 904 Bergspyder rimane un simbolo dell’innovazione e dell’impegno di Porsche nelle competizioni automobilistiche.

La 904 e le competizioni

Nel panorama delle competizioni automobilistiche degli anni ’60, la Porsche 904 si distinse non solo per il suo design innovativo ma soprattutto per i suoi risultati straordinari sulle piste di tutto il mondo. Questa vettura, nata per competere in varie categorie di gare, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’automobilismo sportivo.

Il debutto della Porsche 904 nel 1964 a Sebring non fu esente da problemi tecnici, ma ciò non impedì a una versione a quattro cilindri di ottenere un sorprendente primo posto assoluto alla Targa Florio. Questo successo iniziale gettò le basi per una serie di vittorie impressionanti. La vettura si piazzò terza al Nürburgring e completò un finale perfetto a Le Mans, dimostrando una notevole affidabilità e resistenza.

Le Porsche 904 non erano solo competitive, ma anche durature. Si distinguevano per la loro capacità di finire le gare quasi sempre, una caratteristica essenziale che contribuì alla loro popolarità tra i team e i piloti. A Reims nel 1964, una delle auto clienti provenienti direttamente da Stoccarda vinse la gara senza bisogno di alcun ricambio, sottolineando l’affidabilità e l’efficacia della vettura.

Il 1964 fu un anno di trionfo per la Porsche 904. La vettura ottenne un 1-2 alla Targa Florio e vittorie di classe in prestigiose gare come Spa, Sebring, Nürburgring, Le Mans, Watkins Glen, Zandvoort, Canada e la 1000 Chilometri di Parigi. Questi successi non solo confermarono la superiorità della Porsche nelle competizioni sportive, ma contribuirono anche a conquistare i titoli C-Production ed E-Sports Racing della SCCA (Sports Car Club of America).

Inoltre, la Porsche 904 si distinse anche negli eventi di rally, aggiudicandosi vittorie significative come il Tulip Rally, il Monaco-Vienna-Budapest Rally, il Rally di Ginevra e l’acclamato Rally alpino. Questa versatilità e capacità di adattamento in diversi tipi di competizioni sottolinearono ulteriormente le qualità eccezionali della vettura.

Nel 1965, la Porsche 904 continuò a dominare le scene delle competizioni automobilistiche internazionali con risultati altrettanto impressionanti. La vettura ottenne vittorie nei rally di Spagna, Rossfeld, Hellbronner e Gaisburg, oltre a una vittoria di classe e un secondo posto assoluto nel difficile Rally di Monte Carlo. La Porsche 904 si distinse anche nella 1000 Chilometri di Monza, alla Targa Florio, a Spa, nella Daytona Continental, a Le Mans e a Zandvoort, aggiudicandosi nuovamente la vittoria nel campionato SCCA E-Production.

La Porsche 904 non fu solo una vettura da corsa eccezionale, ma rappresentò anche un punto di svolta nella storia delle competizioni automobilistiche. Il suo design innovativo, combinato con prestazioni straordinarie e una straordinaria affidabilità, la rende ancora oggi una delle vetture più celebrate nella storia di Porsche e dell’automobilismo in generale.

Il successo della Porsche 904 non si limitò alle vittorie in pista ma influenzò anche lo sviluppo futuro delle auto sportive, contribuendo alla reputazione di Porsche come leader indiscusso nelle competizioni automobilistiche. La sua eredità continua a vivere attraverso i successi ottenuti e l’ispirazione che ha fornito a generazioni di appassionati e professionisti del settore.