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Il motorsport in terra d’Africa

Tra le due guerre mondiali ed anche dopo nel continente si svolsero numerose corse automobilistiche, per lo più su tracciati cittadini. Come il GP del Marocco 1958, prova del Mondiale di F1.

L’Africa ha conosciuto l’automobilismo in seguito alla colonizzazione da parte delle nazioni europee. La passione per le corse si è radicata in maniera forte in Sud Africa, che ha ospitato diverse edizioni del Gran Premio di F1 ed anche della 6 Ore di Kyalami per vetture Sport ed in Africa del Nord , per le altre zone parliamo di appuntamenti episodici.

Oltre al Sud Africa, anche il Marocco ha avuto l’onore di ospitare un Gran Premio del Mondiale di F1. Accadde nel 1958 sul circuito stradale di Ain Diab, alla periferia di Casablanca. Il tracciato, lungo 7.618 metri con partenza sulla costa, l’anno successivo venne abbandonato per l’eccessiva pericolosità che causò la morte dell’inglese Stuart Lewis Evans. Nel 1957 il primo GP di F1, anche se non valido per il Mondiale. Primo leader il britannico Peter Collins con una Ferrari Dino 156 ma all’ottavo dei 55 giri previsti prende la testa il francese Jean Behra con la Maserati 250F. Con lui sul podio Stuart Lewis Evans, Vanwall, e la Brm P25 di Jean Louis Trintignant, a seguire Fangio. L’anno dopo, il 19 ottobre, si corre la gara (ultima della stagione) valida per il Campionato del Mondo con il titolo già assegnato a Mike Hawthorn con la Ferrari, che segna la pole position. In gara sarà secondo dietro alla Vanwall di Stirling Moss e davanti a Phil Hill con l’altra Ferrari. Al 42° giro l’incidente di Lewis Evans: l’inglese esce di strada ela sua Vanwall prende fuoco: morirà qualche giorno dopo in ospedale. Quello di Ain Diab non è stato l’unico circuito marocchino: tra le due guerre ci fu quello cittadino di Anfa, sempre nei pressi di Casablanca, lungo tra i 3.219 metri ed 8.868 metri. Più recente quello cittadino di Mohammedia, cittadina che si trova a 25 chilometri a Nord Est di Casablanca, che risale agli inizi degli Anni ’70. Invece nel febbraio del 1954 si corse un GP ad Agadir vinto dalla Ferrari 375 Plus di Nino Farina davanti alla 500 Mondial dei francesi Picard-Trintignant ed alla 375MM di Piero Scotti. Nello stesso anno sul circuito cittadino di Marrakech vince François Picard con la 500 Mondial davanti alla Ferrari 250MM del francese Lucas. Ad Agadir si torna l’anno dopo e vince la Ferrari 750 Monza del francese “Sparken” davanti alla vettura gemella di Picard ed alla 500 Mondial dell’italiano Dalla Favera. Nell’edizione 1956 trionfo della Ferrari 857S di Trintignant. Nello stesso periodo per un paio di volte si corre il Gran Premio di Tangeri.

In Libia prima della guerra si corse il Gran Premio di Tripoli a cui era abbinata una lotteria nazionale che assegnava premi importanti ma nel periodo fascita si tennero anche due edizioni della Litorale Libica, una corsa su strada. La prima si disputò 12 dicembre 1937 su un percorso di 1.030 chilometri da Bengasi a Tripoli. Prima piazza per l’Alfa Romeo 2300 di Ercole Boratto ed Alessandro Gaboardi davanti alla vettura gemella (arrivata con 50’ di ritardo) di Rodolfo Haller ed Alfonso Vella. Terza la Lancia Aprilia di Jacazio-Ravano. Si corse nuovamente il 26 marzo 1939 sulla distanza di 1.500 chilometri da Tobruk a Tripoli ed arrivo all’autodromo della Mellaha, sede del Gran Premio tripolino. Vittoria per l’Alfa 2500/SS di Boratto e Consalvo Sanesi davanti alla vettura gemella di Biondetti-Monzani. Terza piazza per la Bmw 2000 di Brien-Holschutz.

Grazie ai francesi anche in Tunisia ci sono tracce di corse automobilistiche. Le prime due edizioni del Grand Prix di Tunisia si svolsero nel 1928-’29 sul circuito cittadino di Bardo, sobborgo di Tunisi, lungo i viali nella zona del palazzo del Bey. Il primo anno il tracciato misurava 5.348 metri che divennero 8.025 l’anno successivo. Dal 1931 al 1937 le auto da corsa gareggiarono a Cartagine, a Nord Est di Tunisi, su un percorso di 12,700 metri. Il 29 marzo 1931vinse Ernesto Maserati con una Maserati 26 davanti al francese Pierre Veyron, Bugatti T37A. Terzo l’altro transalpino Jose Scaron su Amilcar C6. L’ultima edizione, il 16 maggio 1937, fu preda di Raymond Sommer con una Talbot T150C. Dopo la guerra si tornò a correre su un circuito di 3.360 metri all’interno del Parco del Belvedere a Tunisi.

Anche in Algeria i francesi portano l’automobilismo da corsa. Dal 1928 al 1930 si gareggiò sul circuito di Staouéli lungo tra i 6.984 ed i 7.200 metri mentre nel biennio successivo si preferì il circuito di Arcole, nei pressi di Orano, lungo 9.017 metri. Il 23 maggio 1937 si corse anche un Gran Premio lungo le strade di Bone:successo per la Bugatti T59 del francese Jean Pierre Wimille davanti alle Delahaye 135CS dei connazionali Paul e Carriere. Nel 1953 si disputò la 3 Ore d’Algeria con vittoria del francese “Pagnibon” (Pierre Boncompagni) su Ferrari 340 MM, due anni dopo il GP d’Algeri vide la vittoria di Louis Rosier con una Ferrari 750 Monza. Anche il Madagascar, colonia francese, ebbe il suo periodo corsaiolo. Negli Anni ’50 si disputarono alcune edizioni di una gara su un circuito cittadino ad Antananarivo, la capitale: quattro rettilinei e altrettante curve quasi ad angolo retto. Nel 1956 con una Mercedes 300 SL vinse Jo Schlesser che proprio in Madagascar era nato nel 1928.

Furono invece gli inglesi a portare le corse in Egitto. Nel 1947 a Il Cairo, sul tracciato di El Gezirah, chiamato anche il Circuito delle Piramidi, di 1.480 metri si sfidarono le vetturette della cosiddetta Formula 2 nella prima edizione della Sehab Almaz Bey Trophy. In una sorta di monomarca Cisitalia vinse Franco Cortese davanti ad Alberto Ascari ed a Piero Taruffi. Quarto Piero Dusio, fondatore della casa torinese.

A Dakar, capitale del Senegal, il 3 marzo 1952, si disputò la prima edizione della 6 Ore di Dakar su un circuito cittadino di 10.460 metri che utilizzava parte della nuova autostrada. Si corse fino al 1964 e poi dal 1973 al 1981. La “febbre” per i motori contagiò anche il Congo belga: nella capitale Leopoldville (oggi Kinshasa) a partire dalla metà Anni ’50 si disputò il Grand Prix omonimo. La prima edizione si corse il 2 settembre 1956 con vittoria di Alvaro Cabral su Ford davanti alla Porsche 356 di Emile Duray ed alla Jaguar di Major Duncan Smith. Si svolsero altre edizioni fino al 1959 e poi il Grand Prix scomparve in seguito ai moti, guidati da Patrice Lumumba, che portarono all’indipendenza del Congo.

Come si sa, fino alla Seconda guerra mondiale il cosiddetto Corno d’Africa era italiano. In quel territorio furono organizzate alcune competizioni, la più importante fu la Coppa di Natale che si disputò il 25 dicembre 1938 su un circuito cittadino di 3.627 km ricavato sulle strada dell’Asmara, in Eritrea. Vinse Emilio Romano con un’Alfa Romeo. Tra le gare di contorno la Coppa del Governatore vinta dalla Maserati 1100 di Ferdinando Gay davanti alla Fiat 508 di Cristoforo Bigi. Nel 1948, il 13 giugno, l’Automobile Club Eritreo organizzò il Circuito d’Asmara vinto da Ettore Salvatori su una Maserati, gara che si svolse fino ai primi Anni ’50.

Ricordi di corse in circuito si hanno anche in Kenia dove esistevano due circuiti, quello di Nakuru (utilizzato anche come prova speciale del Safari nel 1956), a circa 150 chilometri da Nairobi e quello di Langa Langa, vicino a Gil Gil, a circa 110 chilometri dalla capitale. Erano ex aeroporti utilizzati dai militari durante la guerra. Il circuito di Langa Langa cessò di esistere come tale quando, durante la rivolta dei Mau Mau nel 1948, il governò tornò ad utilizzarlo come aeroporto.

Il Mozambico era, assieme all’Angola, dominio portoghese. Sulla riva dell’Oceano Indiano, alla periferia della capitale Lourenço Marques (che dal 1975, dopo l’indipendenza, si chiama Maputo), venne creato un circuito stradale lungo 3.380 metri. Le prime corse si disputarono nel 1960, nel 1966 si disputò la prima edizione della 3 Ore di durata, l’ultima fu in programma nel 1972 e venne vinta da Jochen Mass e Gerry Birrell davanti a Jody Scheckter con Dave Charlton, terzo Peter Ghetin. La pista mozambicana faceva parte anche del calendario sudafricano di F1 dal 1960 al 1971 mettendo in palio la Copa Gouvernador General vinta per cinque volte da John Love. Un grave incidente accadde nel 1967: la Brabham-Repco del sudafricano Luki Botha uscì di strada investendo gli spettatori, sette rimasero uccisi sul colpo, dieci vennero ricoverati all’ospedale con gravi ferite. In Angola c’era il circuito cittadino di Fortaleza, nei pressi di Luanda, nato agli inizi degli Anni ’60, lungo 3.012 metri. Si corsero per lo più gare per vetture Turismo ma il 2 dicembre 1962 ospitò per la prima volta il GP d’Angola vinto dall’italo-belga Lucien Bianchi davanti ad Hans Hermann ed a David Piper, l’anno successivo – il 13 ottobre – s’impose Herbert Müller su Bianchi, secondo anche il 29 novembre 1964 alle spalle di Willi Mairesse, e davanti a Gerhard Koch e Jo Schlesser. Il 28 novembre 1965, sulla stessa distanza, toccò a David Piper con la Ferrari 365 P2 vincere precedendo la 275 LM di Müller. In precedenza il GP d’Angola si corse a Nuova Lisbona (che dopo l’indipendenza divenne Huambo) su un circuito di 4.621 km: il primo vincitore nel 1957 fu Correia de Oliveira su Porsche. La pista ospitò anche corse per vetture Turismo: tra gli Anni ’60 e ’70 si disputò anche una 6 Ore, una delle prove più importanti del campionato locale, la “Temporada angolana”.

Allo stesso periodo risale il circuito cittadino di Luanda, lungo 4.600 metri ed inaugurato il 28 maggio 1972. Aveva sede a Barra do Cuanza, 30 chilometri a sud di Luanda ed a breve distanza dal mare. Il progetto era dell’architetto brasiliano Ayrton Cornelson (lo stesso del circuito portoghese dell’Estoril). Il circuito, percorso in senso antiorario, misurava 6.280 metri. Il progetto prevedeva tribune per 20.000 spettatori, un ristorante, un complesso turistico con hotel, campo da minigolf, bungalows, cinema all’aperto ed un centro commerciale. Il tracciato venne dismesso dopo l’indipendenza ottenuta nel 1975 e la sanguinosa guerra civile.