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F1: Bruce McLaren, il ragazzo con il sorriso

Era il mese di giugno del 1970 quando un incidente mise la parola fine all’esistenza di un pilota capace e gentile che da poco aveva iniziato a costruire vetture da corsa con il suo nome

Il 2 giugno 1970 sul circuito inglese di Goodwood, durante una sessione di prove private della sua scuderia, un tragico incidente ha segnato la fine di Bruce McLaren, fondatore dell’omonima casa di auto da corsa. Durante quel test, la M8D CanAm guidata dallo stesso Bruce perse improvvisamente il cofano posteriore, perché mal fissato dai meccanici, sfuggendo al controllo del pilota. Per una drammatica sfortuna, la vettura colpì uno dei rari ostacoli presenti, una torretta dei commissari ed il neozelandese morì sul colpo. Quell’incidente pose fine all’esistenza di un pilota ed imprenditore di 33 anni, dall’aria di un adolescente ben educato, claudicante perché colpito da piccolo dalla malattia di Legg-Calvè-Perthes e con il sorriso sempre stampato sul volto.

McLaren lasciò tanti ricordi indelebili come la sua vittoria nel GP di Reims-Gueux il 1° luglio 1962, gara non valida per il Mondiale. Quel giorno, sotto un cielo plumbeo, sulla prima fila della griglia c’erano Jim Clark su Lotus, Graham Hill su BRM e John Surtees su Lola. Alla partenza, McLaren sulla sua Cooper risale ben presto al quarto posto seguito dalla Lotus di Jack Brabham, davanti a tutti c’è Surtees con Clark già fermo. Ma quando la Lola iniziò a cedere la lotta si ridusse a Cooper, BRM e Lotus. Fu il giorno del piccolo “kiwi” che, con una guida perfetta, vinse precedendo di pochi secondi Hill, mentre Brabham arrivò quarto a corto di carburante dietro all’altra Lotus di Innes Ireland.

McLaren, nato nel 1937, aveva cominciato a correre in patria venendo ben presto notato da Jack Brabham che lo volle con sé alla Cooper nel Mondiale di F1 1958. L’anno dopo arrivò il primo successo, nel GP degli Stati Uniti. Seconda vittoria nel Gran Premio di Monaco 1962, poche settimane prima della gara di Reims. Nel 1963 la fondazione della Bruce McLaren Motor Racing ma dovette attendere il 1968 e il GP del Belgio per tornare a vincere in F1, stavolta come costruttore oltre che come pilota.

Con le ruote coperte vinse a Le Mans nel 1966 con Chris Amon sulla Ford GT40, dopo essere arrivato in parata con la vettura di Miles-Hulme – in testa alla fine – che, a norma di regolamento, avevano disputato meno strada essendo partiti una decina di metri prima dei due neozelandesi. Tra il 1967 ed il 1969 le McLaren dominarono la serie CanAm in Nord America e lo avrebbero fatto anche nel 197 se il fato non avesse deciso che la vita terrena di Bruce era conclusa.